Le memorie s’intersecano nel tempo, inglobando tutto il resto.
Al mattino, tornano prepotenti, come sprazzi di sole in una giornata nuvolosa.
In mezzodì, assumono la forma e i sapori di pasti di luce: salati e dolci al contempo, s’innalzano di nuova forma, sprofondando nei meandri dello spirito più puro, oltre il suo corpo.
Inconsapevolmente, di pomeriggio esplodono in respiri affannosi e sconnessi, incrociando il silente battito d’un cuore afflitto.
Alla sera, le memorie brillano e danzano con le prime stelle della notte, riscaldandosi al calore d’un ennesimo crepuscolo.
Nelle notti senza luna, illuminano comunque il cammino lastricato di tutte le intenzioni del mondo, lucenti o opache ch’esse siano.
La mia ombra è fondata di memorie e ricordi. Essa vegeta tra i pensieri e il reale. Le memorie cercano prepotentemente un modo in cui uscire, talmente simili a un pulcino che tenta disperatamente di separarsi dal suo guscio.
E, quindi, come fiori sbocciati troppo presto, ma tuttavia simili a frutti maturati troppo tardi,
le memorie s’intersecano nel tempo, avviluppando il cuore delle cose.
Solo catene fiorite e germogli, mille colori dall’ambra al verde più puro: illusione d’un tempo sconosciuto, talmente strette da cingere con forza tutta la mia anima. I pensieri stessi si tingono di questi colori, nel silenzio che giace dentro di me.
Danzano nel giardino delle memorie; crescono nell’ombra d’un creato che respira al ritmo di tutti gli sguardi del mondo.