Il risveglio da un sogno fa più male all’alba, che a notte fonda.

C’è un sottile strato in un confine indefinito, tra il desiderio e l’aspirazione, a metà tra il possibile futuro e il passato che non cambia mai.
Se è vero che le prime luci dell’alba delineano un mondo nuovo, in quel momento la pesante amarezza e delusione di un sogno schiacciato a metà assume una pesantezza senza chiari tratteggi.

Come si può osservare un’alba e avere qualcosa da dire al contempo? Come ci si può risvegliare da un sogno che, forse, non ha mai avuto alcuna forma?

Ciò che serviva era solo potersi sentire vivi. L’aspirazione, tutto ciò che si è dato per questo, era ciò che uno ricerca, silenziosamente, tra tutti i “se” e i “forse” di una vita che, ora, appare semplicemente… Sbagliata, errata.

La vergogna di una cocente delusione è tutto ciò che resta di un uomo che non è mai diventato grande e che, forse, credeva di poter esserlo.

Tutta la pesantezza che cade sugli occhi è solo ciò che rimane di un sogno che si schianta su una cattiveria silenziosa, addosso a un mondo talmente grande da fare paura; e tutto il passato, tutta la magia di un futuro indefinito e al contempo cristallino, svanisce, risucchiato in un vortice che tutto prende verso di sé.

Nonostante questa pesantezza e questa paura assurda di un futuro che non esisterà mai, c’è solo una certezza.
Tra le parole di conforto e quelle auto accusatorie, tra i pensieri come “uno su cento ce la farà” e “non sono io, non ne capisco il motivo”, resta solamente un punto immobile e che non verrà mai cancellato.

Le ruote sono ferme. Il vento non soffia più. Guardare il cielo è tutto ciò che rimane, insieme alla pesante spirale nera che giace all’altezza del cuore.

 

Alessandro

Ingabbiato nella quotidianità e nello straordinario, mischiato tra il rosso del tramonto e la pesantezza dorata dell'alba. Sono autore autodidatta. Mi sento espressivo, solitario e al, contempo, immerso nel tutto, Sono alla ricerca di mille luci e altrettante ombre.
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