Alba e infinito

Alba e infinito

E fu così che mi innamorai dell’alba. L’aria fresca penetrò improvvisamente attraverso le guance; e, nel silenzio d’una quiete irreale, i miei occhi vennero rapiti da tutti i colori del mondo.
Ero sveglio, inquieto, irrisolto; ero stanco, tremante, svuotato. Immerso nel buio della notte più scura. Il mio sguardo volse verso l’orizzonte del mondo, al di là della campagna; e i pioppi sparuti vennero mossi da quello che pensavo fosse il fresco vento del mattino.
Le stelle risplendevano oltre la quiete delle lontane montagne; e gli oceani, a me sconosciuti, sostavano tra i pensieri e la mia immaginazione.
Nella notte più buia, mi scoprii immerso nella galassia. Nei pianeti. Nelle lontane stelle, e in tutte le profondità del mondo. Sentii le gambe ancorate sull’erba che si stagliava verso il cielo; e scoprii di avere corso mille miglia da dove ero partito. I piedi erano il mio mondo, le braccia le stelle; e tutto apparve me stesso, e io, per un secondo, sentii tutto il peso del mondo scivolarmi attraverso le nubi e gli astri.
E così, vennero i colori dell’alba cristallina. Così simili e diversi dal tramonto, solidi nelle loro certezze. Illuminarono, come un bagliore repentino, tutti gli anfratti più nascosti del cielo.
E i colori divennero parte dei miei occhi; e il mattino si tinse di tutti i silenzi del mondo.
Che peccato, essere da solo a respirare la realtà e il fugace sguardo verso tutto il resto.
Eppure, io ero tutto. Non ero solo, e in me penetrarono tutti gli aspetti del mondo.
Che peccato, essere da solo a guardare l’infinito.
Eppure, non ero da solo, e abbracciai con infinite mani il piccolo silenzio del mattino.
Che peccato, mi sono innamorato dell’alba infinita. Ero diventato proprio così. L’aria fresca sulle guance, la rugiada del mattino; i colori del fugace giorno, il respiro perso delle stelle, il chiarore del mondo e le spalle stanche mi fecero innamorare di tutto questo.

Alessandro

Ingabbiato nella quotidianità e nello straordinario, mischiato tra il rosso del tramonto e la pesantezza dorata dell'alba. Sono autore autodidatta. Mi sento espressivo, solitario e al, contempo, immerso nel tutto, Sono alla ricerca di mille luci e altrettante ombre.
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