Ricorda, ricorda
E le cicale di maggio scherzavano col vento. Le lucciole avrebbero preso possesso del buio della notte; i silenzi del mondo, intervallati dal placido gracchiare delle rane, sarebbe riusciti a riempire il vuoto illuminato dal chiarore delle stelle. All’imbrunire, io continuavo a sostare, incapace di continuare a pensare. I cani in lontananza abbaiarono, sagaci e veloci, mentre la mia silhouette in controluce creava un’ombra scura sul terreno; e, in quel momento, nemmeno una brezza di vento riuscì a smuovere il mare d’erba che sostava intorno a me. Mi sentivo così, quasi stralunato, a scrivere nella…